Carissima Laura, mentre la penna corre sul foglio e la mia mente su di te, mi trovo in un angolo di terra che, nonostante tutto, riesce a ricordarmi la dolcezza delle nostre colline. La vita qui è un intreccio di momenti sospesi tra il cielo e la terra, tra il frastuono dei cannoni e il silenzio che segue.
La gioia, mia cara, è un ospite raro, ma non assente. Ho visto il sorriso di un compagno per una lettera ricevuta, e ho riso io stesso, quando un gatto randagio ha deciso che la nostra trincea fosse il luogo perfetto per le sue scorribande. Anche in mezzo a tanta desolazione, l’ironia della vita si fa strada, come le erbacce che spuntano tra le rocce.
Ogni giorno, mi cimento a trovare il bello anche dove sembra impossibile. E così, penso a te, al tuo sorriso che non ha bisogno del sole per brillare, alle tue mani che anche senza toccarmi riescono a riscaldarmi. Ti scrivo di gioie semplici, perché è nel semplice che ora trovo il mio conforto.
Il dolore è un compagno costante, ma non mi lascio abbattere. Ciò che mi manca di te, trasforma ogni mia giornata in attesa. La tua assenza è il freddo più pungente, ma la speranza di rivederti mi avvolge come un mantello.
Laura, amore mio, non vedo l’ora di poter abbandonare questa uniforme e tornare da te, di poter scambiare questa fredda terra con il calore della tua presenza. Fino ad allora, vivrò ogni giorno con la promessa che mi hai fatto, quella di aspettarmi. Ti penso sempre, con tutto l’affetto che mi lega a te, e che nessuna guerra potrà mai scalfire.
Con tutto il mio amore,
Giovanni